| rainews24.rai.it - Parigi | 27 ottobre 2007 Terzo giorno (di cinque) di sciopero in Air France, aeroporto di Parigi nel caos Le aree per i check-in prese d'assalto da passeggeri esasperati, carrelli contesi a gomitate, centinaia di persone che hanno dormito sulle poltrone dell'area imbarco. All'aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle oggi terzo giorno consecutivo di sciopero degli hostess e steward della Air France, che rivendicano aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro, e conseguenze pesanti su traffico e passeggeri.
news.excite.it - 14 febbraio 2008 AIR FRANCE-KLM: TRIMESTRALE; UTILE -39%, PESANO SCIOPERI Air France-Klm chiude il terzo trimestre con un utile in calo del 39%, appesantito dagli scioperi del personale di volo e di terra. L'utile netto, secondo quanto riferisce Bloomberg citando un comunicato, è così sceso a 139 milioni di euro contro i 229 dello stesso periodo dell'anno precedente. Le vendite sono aumentate del 3,9% a 5,98 miliardi. Il risultato è largamente inferiore alle attese degli analisti, che avevano puntato su un utile di 176 milioni di euro.
Commento: tutto il mondo è paese.
Inoltre vorrei ricordare questo articolo ... conti alla mano. da blog.panorama.it "Quanto ci costa regalare Alitalia ai francesi" Renzo Rosati Venerdì 21 Marzo 2008 alle 8:42 Da 1 miliardo 700 milioni a 2,5 miliardi di euro: è quanto costerebbe allo Stato, o al sistema Italia, in ogni caso al contribuente, accettare alla lettera le clausole imposte dall’Air France- Klm per assorbire l’Alitalia. Una cifra in gran parte da pagare sull’unghia. Vediamo perché, secondo i calcoli di Panorama, sentiti esperti, politici, fonti riservate del ministero dell’Economia e dopo aver consultato documenti dei sindacati e delle altre parti interessate. Il capitolo più rilevante è la richiesta tassativa di chiudere il contenzioso fra la Sea e l’Alitalia. L’azienda che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, presieduta da Giuseppe Bonomi, primo azionista il Comune di Milano, ha depositato presso il tribunale di Busto Arsizio un’azione di risarcimento da 1,25 miliardi per “danno emergente e lucro cessante”, cioè per l’abbandono dello scalo milanese da parte della compagnia aerea. Jean-Cyril Spinetta, numero uno dell’Air France-Klm, pretende dal governo una manleva, cioè la garanzia formale e scritta che si accollerà tutte le spese se la magistratura darà ragione alla Sea. Escluso un decreto, che con le elezioni alle porte non avrebbe neppure i tempi tecnici di conversione in legge, si tratta di accantonare i soldi, come fanno le aziende private per far fronte alle querele. Bonomi ha già detto che la cifra è trattabile, però la causa (appoggiata in pieno dal sindaco di Milano, Letizia Moratti) non è ritirabile. Si potrebbe scendere a 4-500 milioni, cioè al “lucro cessante”, ma solo a condizione che il governo si accolli altri impegni. Anche questi con oneri ancora tutti da verificare. La seconda voce di spesa immediata è il prestito ponte da 300 milioni che il Tesoro dovrebbe concedere all’Alitalia per garantirne la sopravvivenza da qui alla chiusura dell’accordo con l’Air France. Il prestito ha già sollevato i malumori dell’Unione Europea e il Tesoro dovrebbe quindi tentare di ricorrere al mercato. Poi c’è il problema spinoso dei cosiddetti esuberi, le persone a rischio di licenziamento.
È in realtà lo scoglio, anzi un’enorme barriera, contro cui pare destinata a infrangersi l’intera trattativa: Spinetta chiede il sì scritto di tutte le organizzazioni sindacali di piloti, personale di volo e addetti di terra. E mercoledì 19 lo ha ribadito a Roma: senza l’ok sindacale l’assorbimento dell’Alitalia è praticamente impossibile. Il primo incontro, martedì 18 marzo, era andato malissimo; il secondo, dopo preliminari il 20 marzo, dovrebbe tenersi dopo Pasqua. L’ultimatum scade il 31. Nel piano di Spinetta i tagli riguardano 1.600 dipendenti nell’Az Fly, cioè il personale collegato ai voli, e almeno 500 nell’Az Servizi, principalmente la manutenzione. Ma secondo un documento riservato della Cgil gli esuberi raggiungerebbero il totale di 7 mila in tutta Italia, tra aziende che lavorano direttamente per l’Alitalia, come l’Atitech di Napoli, e l’indotto di Malpensa. Paolo Ferrero, ministro uscente della Solidarietà sociale, e il suo collega dei Trasporti, Alessandro Bianchi, hanno sui loro tavoli dossier ancora più pessimistici: 10 mila posti a rischio, dei quali dovrebbe farsi carico lo Stato attivando immediatamente la cassa integrazione. A quale costo? Il governo ha appena firmato una prima procedura di cassa integrazione per 900 dipendenti Sea di Malpensa: 80 milioni in due anni, circa 45 mila euro l’anno per ogni addetto.
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