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Quei duri e puri di Atitech che non cedono al mercato, da Affari e Finanza di Repubblica

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sx1mania
view post Posted on 22/9/2008, 22:51     +1   -1





Chi sono le ‘tute verdi’ che eseguono la manutenzione su circa 100 velivoli l’anno

PATRIZIA CAPUA

Eccoli nelle foto, davanti agli hangar di Capodichino, mentre si stringono il cappio al collo, o schierati alla Magliana con fischietti e tamburi di latta, sbarcati dai pulmann a centinaia. Le tute verdi dell’Atitech di Napoli hanno anticipato le iniziative di lotta, urlato slogan e incitato alla rivolta contro i rischi di una svendita di Alitalia. Sono lo zoccolo duro della protesta, sempre pronti a scendere in piazza anche da soli, 750 "irriducibili". La premessa sindacale è d’obbligo: «Noi dell’Atitech riusciamo ad avere una forte visibilità solo facendo una lotta dura, con manifestazioni più eclatanti», risponde Antonio D’Auria, delegato Cgil». Gente con la vocazione per le barricate, nella tradizione dei metalmeccanici dell’area campana, dall’Alfasud di Pomigliano all’Italsider di Bagnoli. Sono stati uno dei fattori che ha determinato la posizione della Cgil nella trattativa con Cai.
La storia di oggi comincia nel 1990, quando Atitech nasce con base a Napoli da una costola dell’Ati, compagnia di bandiera domestica con attività di manutenzione e revisione. Alitalia, proprietaria al 100%, acquista una quota di aerei Md80 e parte con la ristrutturazione. Nei due hangar di Capodichino, uno del 1990, il nuovo da marzo 2003, si consolida l’attività di manutenzione completa, leggera e pesante, interventi sulla cellula (motore), con fermo macchina da 20 a 25 giorni. Le tute verdi si specializzano anche su velivoli della famiglia dell’A300 e sui 737.
Con la nascita di Alitalia Service e Alitalia fly il 49% passa a Fintecna, la gestione resta Alitalia. Nel 2007 fattura 56 milioni, ha per amministratore delegato Ernesto Santelia, e per presidente, Michele Ruggeri. Sabato Novi, di quelli che protestano duro, era già in forze all’Ati dal 1989. «Non ci piacciono le cordate. Se partecipa Cai, se viene Finmeccanica, va bene. Piccole compagnie come ItaliAirlines o cordate di imprenditori partenopei — si era fatto avanti il presidente degli industriali di Napoli Lettieri con la sua finanziaria IesMed —non ci danno nessuna garanzia. Il fatto è che non vogliamo andare alle Poste, siamo pieni di lavoro. Non siamo semplici lavoratori, siamo tecnici aeronautici».
Puntano i piedi, non c’è da discutere con loro. Vantano il continuo addestramento e aggiornamento, salari bassi, tra 1.100 e 1.200 euro, fino a 1.500 con 20 anni di anzianità. E competenze sulla totale revisione dell’aeromobile, con standard di qualità riconosciuti dall’Enac e da Faa, l’autorità americana. Novi si affida ai numeri: «Dal ‘90 a oggi 730 check, diviso per 18 anni, fa 40 aeromobili l’anno. Solo negli ultimi due anni sono stati 197. Di Alitalia ma anche per conto terzi, Cina, Argentina, americani, spagnoli, ucraini».
Salvatore Arfé ha 26 anni di Atitech, è un esperto del Cnd, "Controlli non distruttivi", un reparto d’eccellenza. Che adopera avanzatissime tecniche "rubate" alla medicina, come radiografie e boroscopi usati per le gastroscopie per stabilire qualità ed efficienza di attrezzature e componenti, senza operazioni invasive. Un occhio che indaga spoiler, porte, entra nel cuore del motore: «Noi decidiamo se può continuare ad essere imbarcato oppure no». Arrabbiato è dir poco: «Forse cominciando da me stesso, perché non ho vigilato abbastanza sull’operato del sindacato per impedire che gli amministratori che la politica di volta in volta ci ha rifilato, con scelte scellerate ci portassero a questo punto». L’orgoglio è la spina dorsale della protesta, si sciopera, ma guai a non consegnare l’aereo nei tempi previsti. «E’ stato sempre il valore primario di Ati racconta Arfè Allenati a pensarla così, siamo sempre stati all’altezza della situazione, precisi, senza errori. Se qualche volta non è accaduto è stato perché Alitalia non ci dava i pezzi di ricambio. E bastava perché tutti dicessero che non eravamo credibili e a causa nostra la nostra compagnia subiva delle perdite». «Dicono che non siamo competitivi per il costo del lavoro» prosegue, «è una grossa bufala. La settimana prossima dovrebbe venire un aereo albanese e sicuramente, poiché non navigano nell’oro, avranno fatto la loro brava selezione in campo europeo. Ci sono la Shennon in Irlanda e la israeliana Bedek. Ma se in 40 anni gli aerei Alitalia non hanno avuto problemi, forse un po’ di merito è nostro».

http://www.repubblica.it/supplementi/af/20...010kiavica.html

CITAZIONE
La settimana prossima dovrebbe venire un aereo albanese e sicuramente, poiché non navigano nell’oro, avranno fatto la loro brava selezione in campo europeo

l'aereo è arrivato! Traete le vostre conclusioni.

 
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abm
view post Posted on 23/9/2008, 20:48     +1   -1




C'era un giornalista a via Fornovo che ha detto una frase ... anzi mezza ...

"SE NON CI FOSSERO I NAPOLETANI !!!!!"

:woot: :woot: :woot:
 
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sx1mania
view post Posted on 24/9/2008, 10:43     +1   -1




basta che alla fine non paghino solo quelli di Napoli! sino ad adesso gli unici che sono nel baratro sono Atitech e AMS, non si sà che fine faranno
 
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abm
view post Posted on 24/9/2008, 22:34     +1   -1




Che si dice di novità rispetto a tutti i giri di telefonate di oggi?
Sai qualcosa di nuovo su atitech?
 
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sx1mania
view post Posted on 24/9/2008, 22:57     +1   -1




no, non si sà nulla, solo voci su voci, ma di sicuro l'azienda sà
 
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abm
view post Posted on 24/9/2008, 22:59     +1   -1




Da noi il primo inizia la cassa integrazione. Si sa solo questo.

L'ultima news su atitech è questa ...
http://www.industriale-oggi.it/archives/00017638.html
poi il vuoto.
 
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sx1mania
view post Posted on 24/9/2008, 23:04     +1   -1




l'Atitech di sicuro è fuori da ogni discorso, sarà di sicuro ceduta. Almenochè l'Alitalia non verrà acquistata da Lufthansa, cosa impossibile a mio avviso.

Un'altra cosa certa sempre secondo me, che si aspettano soldi dai fondi Europei e di sicuro diminuiremo di numero.

Mi sembra un film già visto.

Ad ogni modo in Alitalia, và avanti il primo piano industriale, quello del 2002 mi pare, quando alla Magliana furono indicate le linee guida, che prevedevano il famoso spezzatino, se si và a spulciare in quelle carte si trova il futuro dell'Alitalia e di Atitech
 
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abm
view post Posted on 25/9/2008, 21:00     +1   -1




ORA SCRIVO IO A CARATTERI CUBITALI ....

CHE SCHIFO ...
UN PUGNO DI IMPRENDITORI SI PRENDE LA PARTE REDDITIZIA DI UNA AZIENDA E I DEBITI SE LI ACCOLLA LO STATO (VEDI CITTADINO),
ASSUME 12500 PERSONE SU 20000,
METTE IN MEZZO ALLA STRADA DA SUBITO E SENZA MEZZI TERMINI LE MIGLIAIA DI PRECARI/STAGIONALI CHE LAVORANO DA 6,7 8 ANNI A CONTRATTI RINNOVATI E CHE IN QUESTA AZIENDA HANNO CREDUTO,
METTE PER STRADA ALTRE MIGLIAIA DI LAVORATORI DELL'INDOTTO (VEDI CALLCENTER DI PALERMO),
3250 PERSONE LE MANDA A CASA CON L'80% DELLO STIPENDIO PAGATO DAL CONTRIBUENTE PER I PROSSIMI 7 ANNI,
E
E
E
E TUTTI SONO CONTENTI, GRIDANO VITTORIA E SI AFFRETTANO AD ACCOLLARSI I MERITI ....
MA DOVE VIVIAMO? :(
 
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sx1mania
view post Posted on 26/9/2008, 02:15     +1   -1




CITAZIONE (abm @ 25/9/2008, 22:00)
.
MA DOVE VIVIAMO? :(

 
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abm
view post Posted on 26/9/2008, 08:13     +1   -1




Fabri Fibra non mi entusiasta ma questo video è veramente uno spaccato, sintetico e completo, dell'ITalia.
 
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sx1mania
view post Posted on 26/9/2008, 11:52     +1   -1




anche a me non entusiasma, ma era per farti capire dove viviamo....lo sappiamo tutti che così non va, ma lo accettiamo...

cmq la canzone dice 100% di verità!


 
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10 replies since 22/9/2008, 22:51   593 views
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