Stefy71 |
|
| Secondo Di Pietro l’atteggiamento del Premier costituisce una turbativa d’asta con risvolti civili, contabili e penali. Fintanto che si continua ad affermare che la compagnia si avvia al fallimento, si scoraggiano i passeggeri ad utilizzare la compagnia di bandiera. Adesso leggo che le rappresentanze sindacali di piloti, assistenti di volo e personale di terra vorrebbero mettere a disposizione una quota parte delle retribuzioni e il loro TFR, pari a circa 340 milioni di euro (anche più del doppio di quanto offerto da Colaninno), per il rilancio di Alitalia. Indipendentemente se questa cosa sarà possibile o meno dimostra che i lavoratori non vogliono abbandonare la compagnia ma sono pronti a rischiare in proprio per il suo rilancio. Mi sembra un grande esempio di maturità così come lo è stato a mio avviso quello di non sottostare al gioco del “prendere o lasciare” calpestando qualsiasi forma elementare sui diritti dei lavoratori. Non si salvano le aziende con le minacce. Non so se è sfuggito ai più (come sicuramente credo), che da quando c’è questo governo si leggono tutta una serie di articoli sapientemente preparati e confezionati per denigrare varie tipologie di lavoratori. Se così si progetta di distruggere un settore o una categoria ecco che abbiamo una folta massa di fannulloni (gli statali), di ignoranti (gli insegnanti), di privilegiati ingrati (i dipendenti Alitalia). L’opinione pubblica applaude e così “loro” preparano la strada verso le privatizzazioni di tutto ciò che è ancora statale, in tutto o in parte. Ciò che più mi fa rabbia è che la gente ci crede, non si ferma a pensare, a riflettere, a capire. Tutto ciò che ci dice la TV viene preso per oro colato. Parlate con chi il problema lo vive e solo dopo potete farvi una vostra idea. Ovviamente siamo sempre in democrazia e le opinioni di tutti sono sacre anche se non le condividiamo. Solo un dialogo civile ed un confronto sano possono permetterci di crescere.
|
| |